Il mondo deve sapere

Il mondo deve sapere

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  • Create Date:2021-10-10 09:54:20
  • Update Date:2025-09-06
  • Status:finish
  • Author:Michela Murgia
  • ISBN:8806230956
  • Environment:PC/Android/iPhone/iPad/Kindle

Summary

Nel 2006 Michela Murgia viene assunta nel call center della multinazionale americana Kirby, produttrice del «mostro», l'oggetto di culto e devozione di una squadra di centinaia di telefoniste e venditori: un aspirapolvere da tremila euro。 Mentre per trenta interminabili giorni si specializza nelle tecniche della persuasione occulta, l'autrice apre un blog, dove riporta in presa diretta l'inferno del telemarketing con le sue tecniche di condizionamento, le riunioni motivazionali, le premiazioni e i raggiri psicologici, i salari e i castighi aziendali。 Divertente come una sitcom e vero come una profezia, Il mondo deve sapere riesce nel miracolo di indignare e far ridere。 Perché a dieci anni di distanza dalla sua prima pubblicazione tutti devono sapere che, nel tritacarne del mondo del lavoro, poco o niente è cambiato。

Con una nuova prefazione dell'autrice。

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Reviews

Alice

This review has been hidden because it contains spoilers。 To view it, click here。 Un libro esilarante che offre un interessante spaccato del mondo dei callcenter e delle televendite。Peccato per il finale un po' troncato e per tutte le promesse di riscatto fatte durante la narrazione e che sono state disattese。Capisco che fosse un blog scritto in tempo reale e che quindi Murgia all'epoca non potesse realmente sapere come sarebbero andate le cose in futuro, ma la mancanza di una degna conclusione mi ha lasciato comunque un po' l'amaro in bocca。 Un libro esilarante che offre un interessante spaccato del mondo dei callcenter e delle televendite。Peccato per il finale un po' troncato e per tutte le promesse di riscatto fatte durante la narrazione e che sono state disattese。Capisco che fosse un blog scritto in tempo reale e che quindi Murgia all'epoca non potesse realmente sapere come sarebbero andate le cose in futuro, ma la mancanza di una degna conclusione mi ha lasciato comunque un po' l'amaro in bocca。 。。。more

C。

Libro che non ti cambia la vita, ma il modo di vedere certe dinamiche sí, assolutamente sí! Libro davvero interessante, oltre che simpaticissimo (di un'ironia mai banale e spesso lucidamente tagliente)。 Si legge con estrema facilità e la lettura procura un continuo alternarsi tra risate improvvise e sentimenti di disgusto per la realtà squallida che la Murgia racconta。 Consigliatissimo! Libro che non ti cambia la vita, ma il modo di vedere certe dinamiche sí, assolutamente sí! Libro davvero interessante, oltre che simpaticissimo (di un'ironia mai banale e spesso lucidamente tagliente)。 Si legge con estrema facilità e la lettura procura un continuo alternarsi tra risate improvvise e sentimenti di disgusto per la realtà squallida che la Murgia racconta。 Consigliatissimo! 。。。more

Giulia • • •

Il libro non nasce per essere libro, e un po’ si intuisce。 Racconta l’esperienza dell’autrice come telefonista, e la situazione è delineata in modo ironico, leggero, nient’affatto superficiale。 È un libro che forse, però, ha poco di denuncia, e se il titolo fa presupporre qualcosa di estremamente grave e alienante che deve assolutamente essere denunciato, beh, poche pagine e ci si accorge di quanto questo sia esagerato。 Libro da ombrellone? Assolutamente, è molto piacevole e qualche sorriso lo s Il libro non nasce per essere libro, e un po’ si intuisce。 Racconta l’esperienza dell’autrice come telefonista, e la situazione è delineata in modo ironico, leggero, nient’affatto superficiale。 È un libro che forse, però, ha poco di denuncia, e se il titolo fa presupporre qualcosa di estremamente grave e alienante che deve assolutamente essere denunciato, beh, poche pagine e ci si accorge di quanto questo sia esagerato。 Libro da ombrellone? Assolutamente, è molto piacevole e qualche sorriso lo strappa。 Libro denuncia? Lieve, la tocca lievemente。Non per questo brutto, sia chiaro。 。。。more

Maristella

Ironico, arguto。 La scrittura della murgia è leggera ma tagliente。Vengono svelati i meccanismi del precariato nell'ambito della telefonia promozionale。 Un mondo che vive delle sue regole che non tengono conto della persona, pur spacciandosi per tutt'altro。 Sono macchine macina soldi che vivono delle insicurezze, delle frustrazioni, dell'ingenuità dei dipendenti schiavi (grazie Berlusconi, grazie Co。co。pro)。Un libro veloce che scorre via liscio e che tutti dovrebbero leggere, soprattutto chi dice Ironico, arguto。 La scrittura della murgia è leggera ma tagliente。Vengono svelati i meccanismi del precariato nell'ambito della telefonia promozionale。 Un mondo che vive delle sue regole che non tengono conto della persona, pur spacciandosi per tutt'altro。 Sono macchine macina soldi che vivono delle insicurezze, delle frustrazioni, dell'ingenuità dei dipendenti schiavi (grazie Berlusconi, grazie Co。co。pro)。Un libro veloce che scorre via liscio e che tutti dovrebbero leggere, soprattutto chi dice che i giovani non hanno voglia di lavorare。 Perché i giovani che ne hanno voglia, che hanno dei sogni e fanno di tutto per mettersi in gioco finiscono in queste trappole diaboliche。 Sono pochi quelli che hanno lo sguardo lucido e distaccato della murgia che da questa esperienza surreale ha saputo trarre il meglio per sé e per il pubblico 。。。more

Cristina

Testo scorrevole, divertente con un retrogusto amaro。 Non ho apprezzato il finale, dalla Murgia mi aspettavo uno scontro diretto con i vertici dell'ufficio。Qualche frase me la sono segnata e me la appunterò anche in ufficio。Mentre leggevo questo testo pensavo alle mie conversazioni telefoniche con operatori di telemarketing e dove mi avrebbe collocato la Murgia: sarò una Maria o una moglie di Mario! Testo scorrevole, divertente con un retrogusto amaro。 Non ho apprezzato il finale, dalla Murgia mi aspettavo uno scontro diretto con i vertici dell'ufficio。Qualche frase me la sono segnata e me la appunterò anche in ufficio。Mentre leggevo questo testo pensavo alle mie conversazioni telefoniche con operatori di telemarketing e dove mi avrebbe collocato la Murgia: sarò una Maria o una moglie di Mario! 。。。more

Meshua Arcieri

Ho iniziato a leggere questo libro senza saper nulla della trama, come spesso faccio。 Inutile dirvi che sono rimasta sorpresa quando ho iniziato a leggere dell’esperienza vissuta dall’autrice come centralinista per un’azienda di elettrodomestici。 Michela Murgia in questo libro non è la scrittrice e attivista che conosciamo, è una comune centralinista che ci racconta questo mondo lavorativo dall’interno。 Ci mostra le tecniche psicologiche, i metodi messi in atto da queste lavoratrici per poter ac Ho iniziato a leggere questo libro senza saper nulla della trama, come spesso faccio。 Inutile dirvi che sono rimasta sorpresa quando ho iniziato a leggere dell’esperienza vissuta dall’autrice come centralinista per un’azienda di elettrodomestici。 Michela Murgia in questo libro non è la scrittrice e attivista che conosciamo, è una comune centralinista che ci racconta questo mondo lavorativo dall’interno。 Ci mostra le tecniche psicologiche, i metodi messi in atto da queste lavoratrici per poter accaparrarsi appuntamenti e quindi lo stipendio。 Ci mostra come dietro a tutto questo ci sia in realtà una cerchia ristretta di persone che hanno il potere nell’azienda e che si approfittano dei lavoratori e delle lavoratrici che hanno bisogno di questo lavoro。 L’argomento trattato può risultare pesante, ma il modo in cui viene trattato ce lo fa vivere in modo ironico e scherzoso。 L’autrice infatti prende in giro tutto il mondo che gravita intorno a lei, facendoci riflettere allo stesso tempo su ciò che stiamo leggendo。 Non so se alla fine di questo libro mi sento un po’ più vicina a queste persone che ti chiamano cento volte al giorno per proporti la qualsiasi o se sono ancora più spronata a dire subito di no perché tanto loro lo sanno che è giusto così。 。。。more

Anita

3,5☆

Cristina

Senso dell’ironia strabordante, dalla prima all’ultima pagina。 Lessico e dialettica: eccellenti。 La narratrice/protagonista è al di sopra delle parti, la sua fine intelligenza le permette di ridicolizzare la situazione e i coprotagonisti/carnefici appioppando loro soprannomi parlanti che fanno sorridere e comunicano il messaggio senza aver bisogno di aggiungere altre parole。 La denuncia di un sistema lavorativo che non dovrebbe esistere e che ha rovinato una generazione è chiara。Numerosi sono i Senso dell’ironia strabordante, dalla prima all’ultima pagina。 Lessico e dialettica: eccellenti。 La narratrice/protagonista è al di sopra delle parti, la sua fine intelligenza le permette di ridicolizzare la situazione e i coprotagonisti/carnefici appioppando loro soprannomi parlanti che fanno sorridere e comunicano il messaggio senza aver bisogno di aggiungere altre parole。 La denuncia di un sistema lavorativo che non dovrebbe esistere e che ha rovinato una generazione è chiara。Numerosi sono i riferimenti alla religione cattolica, che l’autrice conosce bene, così come numerosi sono i riferimenti alla cultura e alla cultura di massa, che ancorano questo romanzo tragicomico a un determinato periodo storico。Sono curiosissima di leggere altro scritto da Murgia, mi piace molto la sua scrittura。 。。。more

La lettrice controcorrente

Il mondo deve sapere di Michela Murgia (Einaudi) è il primo libro che leggo di questa autrice che ho imparato a conoscere ad amare grazie ai podcast Morgana (ve ne parlo qui)。 Avevo aspettative molto alte e sono rimasta un pochino delusa。Il mondo deve sapere è una sorta di diario: Murgia va a lavorare in un call center in cui le telefoniste vengono sfruttate e i clienti presi in giro。Lo so, il tono è ironico e questo libro non ha la pretesa di essere un capolavoro。 Mi ha fatto compagnia durante Il mondo deve sapere di Michela Murgia (Einaudi) è il primo libro che leggo di questa autrice che ho imparato a conoscere ad amare grazie ai podcast Morgana (ve ne parlo qui)。 Avevo aspettative molto alte e sono rimasta un pochino delusa。Il mondo deve sapere è una sorta di diario: Murgia va a lavorare in un call center in cui le telefoniste vengono sfruttate e i clienti presi in giro。Lo so, il tono è ironico e questo libro non ha la pretesa di essere un capolavoro。 Mi ha fatto compagnia durante la pausa pranzo ed è stata una compagnia piacevole ma ho come avuto l'impressione che la storia non sia mai decollata。Murgia scrive Il mondo deve sapere in prima persona: per un mese lavorerà in questo call center fatto di personaggi stereotipati。Spero di ridere, anche e soprattutto amaramente, ma non è successo。La recensione completa: www。lalettricecontrocorrente。it 。。。more

La tana di Ysòl

Il primo libro di Michela Murgia è un resoconto schietto ed esilarante del precariato dei collaboratori a progetto。 Ho avuto l'onore diversi anni fa di assistere personalmente ad una dimostrazione kirbesca e ricordo solo che l'arazzo di mia suocera, sporco era e sporco rimase。 Ma non siamo qui per parlare dell'ennesimo elettrodomestico rifilato in modo fraudolento a sprovvedute massaie。 La Murgia alza il sipario sullo spietato mondo del network marketing, dove alzare i prezzi degli aggeggi vendu Il primo libro di Michela Murgia è un resoconto schietto ed esilarante del precariato dei collaboratori a progetto。 Ho avuto l'onore diversi anni fa di assistere personalmente ad una dimostrazione kirbesca e ricordo solo che l'arazzo di mia suocera, sporco era e sporco rimase。 Ma non siamo qui per parlare dell'ennesimo elettrodomestico rifilato in modo fraudolento a sprovvedute massaie。 La Murgia alza il sipario sullo spietato mondo del network marketing, dove alzare i prezzi degli aggeggi venduti per alimentare i vertici della piramide, è la prassi。 Ci illumina sulla psicologia perversa che scava nelle menti dei poveri schiavi nei cubicoli telefonici, in un sadico alternarsi di bastone e carota come incentivo alla produttività。 Mostra spietatamente come in questi ambienti si voglia far credere un lavoro sottopagato un' imperdibile occasione di "crescita personale"; come non raggiungere gli obiettivi fissati fa di te un perdente, una nullità。Purtroppo ho conosciuto anch'io diverse realtà di multilevel marketing e sono esattamente come Michela ce le descrive, solo che né io né altri avevamo pensato di raccontarlo al mondo。Personalmente, non ho il minimo senso di colpa a sbattere il telefono in faccia a chiunque OSI disturbare in casa mia。 Sto ancora cercando di insegnarlo alla suocera ma ci vorrà del tempo 😆Se ancora non avete letto questo libro, non perdete altro tempo, perché sono pochi quelli che ridendo vi aprono gli occhi。Le ingiustizie nel mondo del lavoro sono così tante che occorrerebbe un'enciclopedia, conoscerle è il primo passo per organizzarsi per combatterle。 。。。more

Tommaso Voto

Libro amaro e allo stesso tempo sarcastico。 Una fotografia perfetta del mondo dei call center e del mondo del lavoro, ormai senza diritti。

Mary

Libro molto scorrevole anche se profondamente episodico。 Da leggere per scoprire i meccanismi malati che si nascondono dietro la promozione del mostro Kirby。 Da regalare a tutti quelli che, anche se per breve tempo, hanno lavorato presso un call center di qualsiasi tipo。 Mi ha fatto scoprire la parola 'turlupinare'。 Edizioni Einaudi sempre meravigliose。 Libro molto scorrevole anche se profondamente episodico。 Da leggere per scoprire i meccanismi malati che si nascondono dietro la promozione del mostro Kirby。 Da regalare a tutti quelli che, anche se per breve tempo, hanno lavorato presso un call center di qualsiasi tipo。 Mi ha fatto scoprire la parola 'turlupinare'。 Edizioni Einaudi sempre meravigliose。 。。。more

Ilaria Quercia

Colpo di fulmine。Non avevo mai letto Michela Murgia e già so che ne diventerò dipendente perché non conosco mezze misure。 Ho rivisto domenica "Tutta la vita davanti" per la milionesima volta e ho scoperto che era ispirato a questo libro。 Il punto è che non so quanto possa essere ironicamente una parodia delle organizzazioni aziendali o del precariato, lo è se lo leggi e guardi dall'esterno e magari ti fai due risate, ma non lo è più se realizzi quanto gli stereotipi raccontati siano invece parte Colpo di fulmine。Non avevo mai letto Michela Murgia e già so che ne diventerò dipendente perché non conosco mezze misure。 Ho rivisto domenica "Tutta la vita davanti" per la milionesima volta e ho scoperto che era ispirato a questo libro。 Il punto è che non so quanto possa essere ironicamente una parodia delle organizzazioni aziendali o del precariato, lo è se lo leggi e guardi dall'esterno e magari ti fai due risate, ma non lo è più se realizzi quanto gli stereotipi raccontati siano invece parte della realtà: celebrate, incentivi, motivazionali, payoff, wearethechampionsmyfriends e compagnia bella。 E quindi dopo tre ore spensierate faccio il mio miglior sorriso amaro, consapevole che le aziende non sono laboratori sociologici, né Onlus e ce ne dobbiamo fare una ragione e con una risata è più facile perché si sa "mal comune mezzo gaudio" 。。。more

Giorgia

Fa ridere, ma anche riflettere。

Chiara Casari

Si ride dei nostri guai di generazione perduta tra cocopro e finte p。iva。

Fede Mar

Trama: diario di una telefonista precaria e sottopagata che cerca di vendere aspirapolveri, ovvero in amore e in marketing tutto è permesso。Valutazione: divertentissimo e allo stesso tempo amaro。Target: lettori con il blocco del lettore。

Svalbard

Ho sentito parlare di Michela Murgia più che altro per il suo ultimo libro, Accabadora, di cui ho sentito pronunciare solo pareri positivi, e che leggerò prossimamente; e poi anche per la polemica che l’ha vista coinvolta nei confronti di determinati personaggetti televisivi o mediatici circa gli apprezzamenti alla bellezza di un’altra scrittrice di successo, tale Silvia Avallone; vedi qui。 http://loredanalipperini。blog。kataweb。。。 Volendo cominciare dall’inizio, mi sono quindi letto il suo primo Ho sentito parlare di Michela Murgia più che altro per il suo ultimo libro, Accabadora, di cui ho sentito pronunciare solo pareri positivi, e che leggerò prossimamente; e poi anche per la polemica che l’ha vista coinvolta nei confronti di determinati personaggetti televisivi o mediatici circa gli apprezzamenti alla bellezza di un’altra scrittrice di successo, tale Silvia Avallone; vedi qui。 http://loredanalipperini。blog。kataweb。。。 Volendo cominciare dall’inizio, mi sono quindi letto il suo primo libro。 Pensavo che esso fosse del tipo “società italiana contemporanea-lavoro precario-sfruttamento-sicurezze zero-ironia ed angoscia”, che negli ultimi anni sta diventando un vero e proprio genere letterario, trattato in chiave più umoristica (“Mi vendo” di Saradisperata) o più drammatica (“Mi chiamo Roberta” di Aldo Nove o “L’ubicazione del bene” di Giorgio Falco)。 Invece qui abbiamo a che fare con un approccio sicuramente umoristico, ma più sotto il profilo sociologico。 Michela Murgia ha pensato bene di infilarsi in una società di “Network marketing”, nefasta probabile evoluzione del nefasto “multilevel marketing”, e di documentare (inizialmente su un blog, che poi è diventato questo libro) la sua esperienza di telefonista。 Vengono così rivelate le dinamiche interne di una società che vende aspirapolveri a domicilio a un prezzo quadruplo del loro valore di mercato, il tutto effettuando un adeguato intortamento ricattatorio delle ignare casalinghe。 Il problema è che l’intortamento è a doppio taglio, in quanto anche il personale che agisce all’interno della società e soggetto a manipolazioni psicoemotive non da poco, e del tutto si dà adeguato resoconto in queste pagine。 Peraltro sono informazioni che non mi vengono del tutto nuove, dato che anch’io in un paio di occasioni sono stato coinvolto da amiche in “occasioni del tutto imperdibili”, ovvero entrare a far parte di società che in un caso vendevano quote di multiproprietà, nell’altro prodotti assicurativi, e quindi ho potuto verificare la manipolazione cerebrale da setta religiosa che viene praticata sugli adepti, le aberranti tecniche motivazionali, l’utilizzo di dinamiche riempitive di carenze affettivo-familiari e perfino di approcci da psicoterapia di gruppo, nonché l’uso e abuso di concetti quali successo e fallimento di particolare leva su persone che non hanno alle spalle curriculum scolastici particolarmente brillanti e che si illudono che basti vendere qualcosa per trovare una scorciatoia al successo economico ed esistenziale。 Su di me questi tentativi di coinvolgimento non ebbero successo in quanto il mio amore per il poco denaro presente è decisamente più forte della seduzione per il molto ipotetico denaro futuro (si richiede sempre un investimento iniziale, lo slancio con cui ti affidi a quest’operazione è segno della fiducia che hai in te stesso e nelle tue possibilità) nonché per i “valori aggiunti” da comunità di accoglienza che vengono forniti da queste organizzazioni e di cui per mia fortuna penso di poter fare a meno, ma mi costarono la perdita delle amicizie di cui sopra, un po’ per sopravvenuta disistima (io le reputavo intelligenti, come hanno mai potuto farsi coinvolgere e intortare da quel team di cerebrolesi affettivi) un po’ per palese divergenza di interessi e mancanza di tempo (far parte di queste organizzazioni-setta è un’esperienza totalizzante che, per caso o per scelta, ti priva del tempo e dell’energia per qualsiasi altra cosa)。 Resta comunque lo stupore per il fatto che al mondo da un lato ci sia ancora gente convinta che il successo non abbia un prezzo ma possa essere elargito senza impegno ed energie semplicemente con un investimento o credendo che sia sufficiente applicare appropriate tecniche di intortamento。 O, dall’altro, che ci siano ancora “casalinghe” (esistono ancora, le casalinghe?) disposte a pagare una cifra folle per un elettrodomestico che all’ipermercato ti tirano dietro per cinquanta euro o poco più, pensando oltre tutto di “essere state scelte”, ecc。 ecc。 p。s。 il mondo dei call center meriterebbe anche altri approfondimenti。 In questo caso si parlava del call-center collegato a un’organizzazione di vendita-intortamento ben specifica。 Bisognerebbe capire come vanno le cose in quei call-center generalistici dove gente del tutto impreparata e disinformata viene mandata allo sbaraglio o per cercare di vendere prodotti dei più vari (generalmente contratti ADSL, sono le uniche telefonate che continuo a ricevere nonostante il mio numero non sia più sull’elenco da almeno dieci anni) o per fornire aiuto tecnico su argomenti di cui non sanno assolutamente niente。 Ma se si vuole riderci un po’ su, sono imprescindibili le vignette di “Supporto buongiorno”。 (Lui, bisogna dire, è ben preparato, in questo caso sono gli utOnti che…) ;-) http://shockdom。com/open/gabville/ 。。。more

La Strega

Esilarante, e nel contempo piuttosto inquietante! La Murgia è sempre una garanzia

Camy

Mi sono avvicinata a questo libro perché incuriosita dalla possibilità di confrontare quelle che erano le mie esperienze all'interno dei call center con quelle di qualcun'altro che non fosse la collega della postazione accanto。L'autrice è molto brava a descrivere le situazioni in cui si è venuta a trovare, riuscendo a rendere divertente tutto ciò che in fondo non è così divertente。 Il libro racconta esperienze lavorative vere (lo so per certo, essendoci passata) di cui tutti sono a conoscenza, m Mi sono avvicinata a questo libro perché incuriosita dalla possibilità di confrontare quelle che erano le mie esperienze all'interno dei call center con quelle di qualcun'altro che non fosse la collega della postazione accanto。L'autrice è molto brava a descrivere le situazioni in cui si è venuta a trovare, riuscendo a rendere divertente tutto ciò che in fondo non è così divertente。 Il libro racconta esperienze lavorative vere (lo so per certo, essendoci passata) di cui tutti sono a conoscenza, ma che si tendono a minimizzare, quasi a negare。 Non ci si mette mai dalla parte del povero telefonista che per campare è costretto a fare un lavoro difficile, che spesso non gli piace。 Poi naturalmente esistono anche quelli che godono nel vessare e fregare il malcapitato intestatario del numero chiamato, ma sono in netta minoranza。 La Murgia credo che riesca a rendere in maniera esaustiva entrambe le parti e forse per questo ho apprezzato così tanto questo libro。 。。。more

Alice Raffaele

La prima opera di Michela Murgia, ispirata alla sua esperienza come operatrice di telemarketing alla Kirby (multinazionale concorrente della Vorwerk e il suo Folletto), non delude in quanto a ironia e sarcasmo。I capitoli sono i post di un blog scritto da Camilla, la protagonista, che in breve tempo dall'assunzione comprende e racconta i vari giochetti di potere e manipolazione articolati dalla manager soprannominata Hermann e dal capo BillGheiz sui dipendenti: il premio al miglior operatore dell La prima opera di Michela Murgia, ispirata alla sua esperienza come operatrice di telemarketing alla Kirby (multinazionale concorrente della Vorwerk e il suo Folletto), non delude in quanto a ironia e sarcasmo。I capitoli sono i post di un blog scritto da Camilla, la protagonista, che in breve tempo dall'assunzione comprende e racconta i vari giochetti di potere e manipolazione articolati dalla manager soprannominata Hermann e dal capo BillGheiz sui dipendenti: il premio al miglior operatore della settimana o del mese, le punizioni subdole a quelli peggiori。 In base alla propria esperienza lavorativa, il lettore può riconoscersi in alcune scene, ritrovarsi a riflettere sull'aver "sposato" l'azienda e la sua mission oppure no, aver fatto squadra con i colleghi per evitare eventuali ritorsioni。Essendo post di blog, non ci si può aspettare una narrazione fluida e continua; a volta lo è, quando un tema è trattato in più post, ma generalmente no。 La lingua tagliente di Michela Murgia colpisce spesso, abile come è lei nell'organizzare le frasi e ordinare le parole: ci si trova ad annuire, a ridere per non piangere; a provare da un lato più empatia per tutti gli operatori di callcenter che telefonano quotidianamente, ma dall'altro ci si domanda se anche le frasi di questi ultimi non siano perfettamente studiate a tavolino。 Purtroppo la protagonista sì diverte ma risulta anche arrogante, con un giudizio sempre su tutto e tutti, e un atteggiamento in parte di superiorità。Il racconto finisce in maniera improvvisa, da una pagina all'altra, di punto in bianco。 Tutto d'un tratto si è spaesati; probabilmente è stato fatto apposta per concludere ad effetto。 D'altronde, il lavoro descritto nel testo era precario: instabile, temporaneo e provvisorio, sarebbe potuto finire davvero da un momento all'altro。 。。。more

Gaia Cultrone

Bello e a volte importante leggere qualcosa di ironico e dissacrante sul triste mondo del lavoro che viviamo oggi, e su una dinamica arcinota come quella della vendita porta a porta / telefonica。 Tuttavia mi trovo a concordare con le recensioni di chi mi ha preceduto: se la forma blog per me risulta accettabile, il tono di superiorità continua della Murgia a un certo punto diventa insopportabile。

Davide VogliaDiLibri

A tratti ripetitivo

Cronache di una Lettrice

Divertente e interessante。Il difetto per me sta nel modo in cui è scritto。 Si nota troppo che è la trasposizione di un blog。Avrei preferito un rifacimento più "romanzesco"。 In ogni caso, questo è il mio primo libro di Michela Murgia。 E mi ha conquistato。 Divertente e interessante。Il difetto per me sta nel modo in cui è scritto。 Si nota troppo che è la trasposizione di un blog。Avrei preferito un rifacimento più "romanzesco"。 In ogni caso, questo è il mio primo libro di Michela Murgia。 E mi ha conquistato。 。。。more

Outis

Libro tragicomico (nato come blog) sull'esperienza della Murgia come telefonista della Kirby, marca americana di aspirapolvere rivale del più celebre Folletto。L'argomento è molto interessante tra precariato, organizzazione interna simile a quella di una setta e tecniche di approccio di telefoniste e venditori。 Michela Murgia racconta la sua breve permanenza all'interno di questo folle mondo di frasi motivazionali, mobbing, infernali rumorosissimi aggeggi dallo stile anni Ottanta e viaggi premio Libro tragicomico (nato come blog) sull'esperienza della Murgia come telefonista della Kirby, marca americana di aspirapolvere rivale del più celebre Folletto。L'argomento è molto interessante tra precariato, organizzazione interna simile a quella di una setta e tecniche di approccio di telefoniste e venditori。 Michela Murgia racconta la sua breve permanenza all'interno di questo folle mondo di frasi motivazionali, mobbing, infernali rumorosissimi aggeggi dallo stile anni Ottanta e viaggi premio in Florida in modo lucido e divertente。 E allora perché 3 stelle? Lo stile semplice con capitoli brevissimi è probabilmente più adatto alla forma originaria, il blog。 Inoltre, la voce narrante si erge un po' troppo spesso a unico essere superiore e i suoi strali colpiscono tutti -capi, colleghe e le fantomatiche casalinghe (il principale target della Kirby)- senza mostrare mai un minimo di empatia。 Un libro carino e frizzante, sebbene l'autrice dimostri un po' troppo quel fastidioso atteggiamento di superiorità che, per quel poco che ho visto, tende ad avere anche di persona。 In futuro proverò a leggere il più famoso Accabadora perché dopo aver letto Il mondo deve sapere posso dire che mi sembra un'autrice promettente。 。。。more

Luca Cocco

Molto simpatico。 Sicuramente leggendolo nel 2020 non me ho colto a pieno l’essenza: il mondo del lavoro è cambiato almeno altre 3/4 volte dall’uscita del libro。

Veronica

This review has been hidden because it contains spoilers。 To view it, click here。 Ed eccomi di nuovo qui a recensire un altro libro, questa volta di un'autrice che già conoscevo e inoltre proveniente dalla mia stessa regione, cosa che mi capita di rado e che mi tira su specie dopo i post sgrammaticati dell'influencer di turno。L'intro è davvero coinvolgente, ti ci butta dentro a capofitto e lo stile della Murgia è divertente e anche ricercato。 Ci sono certe espressioni che usa riferendosi a se stessa che ti stendono e tu senti che ti darà grandi soddisfazioni durante la lettur Ed eccomi di nuovo qui a recensire un altro libro, questa volta di un'autrice che già conoscevo e inoltre proveniente dalla mia stessa regione, cosa che mi capita di rado e che mi tira su specie dopo i post sgrammaticati dell'influencer di turno。L'intro è davvero coinvolgente, ti ci butta dentro a capofitto e lo stile della Murgia è divertente e anche ricercato。 Ci sono certe espressioni che usa riferendosi a se stessa che ti stendono e tu senti che ti darà grandi soddisfazioni durante la lettura: un leone travestito da agnello che studia attentamente il nemico。 Adoro。 L'opera è sotto forma di diario, piccoli post, che sono la prova che si può scrivere una manciata di frasi e risultare credibili, geniali e coinvolgenti (non come quella merdina di libro della De Lellis, vorrei un libro sulle corna scritto dalla Murgia o dalla Gucciari) in un perfetto italiano。 L'autrice ha analizzato benissimo il clima, le fasi e gli aspetti del lavoro in un call center: si riesce a percepire fisicamente tutto specialmente nel capitolo 'Migliori。 Ma anche no' e che trovo fantastico。La lettura è stata non solo piacevole ma scorrevolissima, in un attimo l'ho divorato。 Non vi dirò che contiene nei particolari perché merita di essere letto, vi svelerò solo le parti che ho preferito maggiormente: 'L'importanza di saper dire di no', 'La casalinga che vorrei' , 'La tecnica ebraica', 'Motivazionalmente' (mi ha ricordato gli anni sui banchi del turistico e in particolare il programma scolastico che ci propinavano); ho pianto un po' su 'And the loser is' e l'associazione del marketing al kamasutra mi ha fatto sorridere più del dovuto。In tutto ciò da sorridere c'era ben poco visto ciò di cui l'autrice ha voluto denunciare e i vari riferimenti politici e non, ti fanno riflettere sul sapore amaro di questo libro favoloso。 。。。more

incipit mania

IncipitDeh, direbbe Silvia。Il mondo deve sapere Incipitmania IncipitDeh, direbbe Silvia。Il mondo deve sapere Incipitmania 。。。more

Classica Castagna

Non voglio scrivere una stroncatura, ma neanche una recensione eccessivamente entusiasta。 La scrittura è spigliata e semplice, proprio ideale per un blog。 Il libro è divertente e volendo lo si legge tranquillamente in una giornata。 L'ironia caustica è il carburante degli episodi narrati。 Adoro questo tipo di scrittura。 Cosa non mi piace? La personalità della narratrice, che descrive così le sue colleghe:L'età media è sui venticinque anni。 L'istruzione media è bassa, si capisce da tante cose。E fi Non voglio scrivere una stroncatura, ma neanche una recensione eccessivamente entusiasta。 La scrittura è spigliata e semplice, proprio ideale per un blog。 Il libro è divertente e volendo lo si legge tranquillamente in una giornata。 L'ironia caustica è il carburante degli episodi narrati。 Adoro questo tipo di scrittura。 Cosa non mi piace? La personalità della narratrice, che descrive così le sue colleghe:L'età media è sui venticinque anni。 L'istruzione media è bassa, si capisce da tante cose。E fin qui niente di male, potrebbe essere una descrizione oggettiva。 Peccato che poi la narratrice insinui un'altra volta che le sue colleghe siano limitate, questa volta con meno grazia:La capotelefonista [。。。] ha buon gioco, un sottovaso ha più personalità di queste ragazze, povere loro。Magari le sue colleghe sono effettivamente delle persone molto semplici, ma già quel povere loro sembra sottintendere che la narratrice, invece, è una sgamata, furba, a lei non la si fa。 Può però essere un'impressione sbagliata, mia personale。。。 Finché non leggo questo。Le altre telefoniste mi guardano [。。。] Poverine。 Io le salverò, ma non lo sanno ancora。Oh benedetta Vendicatrice delle Telefoniste, aiutaci tu!Va benissimo essere ironici o sarcastici per animare la narrazione, per evidenziare i comportamenti negativi, per smorzare la gravità delle situazioni。 Ma se, per ipotesi, la frase dell'ultima citazione l'avesse detta un uomo riferendosi a delle colleghe donne, si sarebbe scatenato il pandemonio, in nome della parità di genere。 Se invece la dice una donna riferendosi ad altre donne, allora va bene? No。 La saccenza è la medesima, non deriva dal sesso della narratrice。。。 Che però saccente rimane。 È una frase brutta in bocca a chiunque。 Le "povere" (leggi: stupide) telefoniste-sottovaso hanno trovato il loro Robin Hood!Mi si perdoni il sarcasmo, ma il senso di superiorità, il sentimento del "sono l'unica in grado di, meno male che ci sono io" espresso così mi irrita。 E questo atteggiamento rimane il medesimo per tutto il libro。Quindi, in poche parole, scrittura promossa, argomento promosso, narratrice bocciata。 。。。more

MartinaViola

Il diario ironico e pungente di una addetta al call center che svela le più bieche tecniche di marketing adottate da un certo tipo di aziende per fidelizzare non solo i clienti, ma in primis i malcapitati dipendenti。 Una lettura-cuscinetto, di quelle necessarie ad attutire la pesantezza e la densità di altri tomi。

Domizia

Brillante, irriverente e sagace。 Ecco come descriverei questo libro。 Lo stile di scrittura della Murgia non delude mai。